Guida alla scelta della migliore fotocamera smartphone
Sei sicuro che il numero di megapixel sia l’unico parametro per valutare la qualità della fotocamera di uno smartphone? In realtà bisogna tenere in considerazione anche altri fattori. Piccolo spoiler: c’entra anche l’intelligenza artificiale!
Sorpresa: le tanto acclamate qualità di una fotocamera non possono essere ridotte al solo numero di megapixel che lo smartphone produce. Ma prima di tutto, sai cos’è un megapixel?
Un megapixel (MP o Mpx) misura la risoluzione di un’immagine e rappresenta un milione (mega) di pixel, cioè i piccoli quadratini o punti, che compongono l’immagine finale. Il numero viene ottenuto moltiplicando la risoluzione orizzontale e verticale del sensore, dividendo poi il risultato per un milione. Ad esempio: un’immagine di risoluzione 1920x1080 è poco più di 2 Mpx.
Ovviamente, più pixel ci sono e maggiore sarà la risoluzione, in questo modo possiamo ottenere un'idea della grandezza dell'immagine e anche quando sarà grande il file finale (i file più grandi occupano più spazio). Scegliendo quindi un telefono guardando solo questo parametro si ha la certezza di avere foto molto grandi, il che è utile se vogliamo vedere un dettaglio di un'immagine eseguendo uno zoom poiché risulterà più nitida rispetto ad una foto a più bassa risoluzione.
Però ciò non vuol dire che le foto siano migliori. Le altre caratteristiche per giudicare la qualità di una fotocamera sono essenzialmente 4:
1. La gestione delle luci
L’apertura del diaframma (misurato dall'indicatore ƒ e da un numero) consente di far entrare più o meno luce nell'obiettivo che colpisce il sensore. Si tratta di uno dei parametri fondamentali di una buona fotocamera, in quanto da essa dipende la quantità di luce che una fotocamera riesce ad acquisire quando crea una immagine e ciò influisce sia sull'esposizione che sulla nitidezza. Scattare una foto con un sensore da 20 megapixel con apertura maggiore permette molto spesso di ottenere risultati migliori rispetto a una foto scattata con sensore da 108 megapixel, ma con apertura inferiore.
Un'apertura più ampia (che consente alla maggior parte dell'area del sensore di ricevere luce) non significa ricevere più luce se il sensore è comunque piccolo. Più grande è il sensore, invece, più luce cattura (a parità di velocità dell'otturatore, sensibilità di esposizione o ISO, e diaframma). Questo consente di ottenere foto nitide anche in condizioni di scarsa illuminazione, perché più luce colpisce il sensore.
Le fotocamere degli smartphone hanno meno spazio fisico di una macchina fotografica, quindi, per compensare la dimensione ridotta dell'apertura focale, si tende a utilizzare un tempo di esposizione più lungo, che permette quindi di far entrare maggiore luce.
Ma la controindicazione di un tempo lungo di apertura del diaframma è il rischio di sfocature provocate ad esempio dal normale tremolio della mano o dal fatto che la scena che vogliamo catturare è in movimento.
2. La compressione digitale
Per ovviare al problema dimensioni delle fotocamere, i produttori di smartphone utilizzano di default la tecnologia del “pixel binning”, che consente ai pixel di accorparsi in maniera artificiale in pixel più grandi. In questo modo, si può aumentare la sensibilità, riducendo anche il tempo di esposizione e ottenere un rapporto segnale/rumore migliore, anche sacrificando la risoluzione in termini di megapixel della fotocamera.
I telefoni quindi, se non specificato manualmente dall'utente, anche se posseggono una fotocamera da 48MP accorperanno i pixel per produrre un'immagine a 12MP (accorpando quindi 4 pixel per formarne uno), che occupa anche meno memoria all'interno del dispositivo.
Senza considerare il fatto che, quando si caricano gli scatti su social o vengono condivisi attraverso app di messaggistica, in automatico viene applicata una compressione che riduce il numero di pixel e quindi vanifica il numero alto di pixel del sensore, a scapito della qualità.
3. Zoom e numero di fotocamere
Gli smartphone sono troppo piccoli per integrare obiettivi zoom. La capacità di ingrandimento ottico è quindi limitata e l'uso dello zoom digitale (ingrandimento software) comporta la perdita di qualità dell'immagine. I produttori cercano di aggirare questa limitazione utilizzando più obiettivi, che possono avere lunghezze focali diverse.
Per scattare in modalità ritratto, ad esempio, possono essere combinate due diverse fotocamere in cui quella per il rilevamento di profondità funge da ausiliaria facendo ottenere l’effetto della profondità di campo. Per aumentare l’angolo di visione, invece, si utilizzano uno o più grandangolari.
Queste fotocamere aggiuntive permettono anche di ricostruire una singola foto ma con un numero maggiore di dettagli e colori: una fotocamera effettua lo scatto normale, un'altra lo scatto in bianco e nero e le restanti con vari livelli di saturazione, così da poter cogliere tutti i colori del soggetto presente nello scatto.
Ma cos’è che mette insieme tutti questi scatti? il chip fotografico del telefono (guidato dall'intelligenza artificiale) riunisce tutti gli scatti contemporanei in una sola fotografia con un livello molto elevato di dettaglio.
4. L’intelligenza artificiale
Sempre più smartphone, soprattutto quelli di alta gamma, possono contare sull'intelligenza artificiale per migliorare la qualità delle foto. Utilizzando gli algoritmi dell'intelligenza artificiale, si possono ottenere scatti praticamente perfetti anche in caso di scarsa illuminazione, con soggetti in movimento oppure, ad esempio, della luna. Gli algoritmi, in modalità automatica, scelgono quale obiettivo utilizzare e di volta in volta.
Ci sono molti altri parametri da valutare (bilanciamento del bianco, ISO, tempi di scatto, prestazioni dello stabilizzatore, velocità di messa a fuoco e di scatto, qualità del flash), ma tutti vengono gestiti, oltre che dal sensore, dagli algoritmi software della fotocamera che sviluppa il produttore. Smartphone di brand diversi che montano lo stesso sensore fotografico, infatti, produrranno immagini diverse.
Come scegliere quindi lo smartphone migliore in base alla qualità della fotocamera?
Per scegliere lo smartphone migliore bisognerebbe fare delle prove… ma comunque questi sono i parametri essenziali da verificare:
- Numero di fotocamere: sarebbe meglio avere almeno 3 fotocamere posteriori, così da poter realizzare scatti di buona qualità.
- Tipo di sensore: il sensore fa la differenza. Assicurati che siano presenti i sensori CMOS su tutte le fotocamere presenti sul retro del dispositivo.
- Megapixel: il sensore dovrebbe essere almeno da 13 Megapixel (nel caso di più fotocamere è sufficiente il sensore centrale), così da poter realizzare foto sufficientemente grandi anche da stampare.
È comunque sempre necessario tenere conto di un semplice fatto: la qualità della foto sullo smartphone dipende, prima di tutto, dagli algoritmi applicati per l'elaborazione dei dati dai sensori, a partità di prestazioni è sempre il software di gestione che fa la differenza!
Una volta scelto lo smartphone giusto, impara ad utilizzarlo al meglio per fotografare la natura! Leggi la nostra guida con tanti suggerimenti e buone norme per scattare immagini eccezionali ed originali.