Sei schiavo del tuo smartphone?

Sei schiavo del tuo smartphone?

Ecco come i telefonini stanno prendendo il controllo della nostra mente e cosa fare per evitarlo.

Ti svegli nel cuore della notte e, per riprendere sonno, dai sempre un’occhiata allo schermo del tuo telefono? Quando ti alzi la mattina, per prima cosa controlli tutte le notifiche sullo smartphone? Oppure mentre lavori ti capita spesso di prendere in mano il telefonino anche solo per “dare un’occhiata”?

Non sei solo. Numerosi studi scientifici dimostrano che stiamo diventando “schiavi” dei nostri dispositivi, senza nemmeno rendercene conto.

Siamo convinti di essere talmente multitasking da riuscire contemporaneamente a lavorare e guardare le notifiche su Instagram, leggere le chat di WhatsApp e mettere like ai post su Facebook senza perdere la concentrazione. Niente di più falso. La verità è che la nostra produttività crolla in maniera inesorabile quando siamo anche solo nelle vicinanze del nostro smartphone, perchè ne siamo sempre irresistibilmente attratti.

40 secondi, infatti, è la media con cui cambiamo dispositivo mentre stiamo lavorando, switchando dal computer allo smartphone in continuazione, in maniera veloce ma che, in ogni caso, ci distrae.

Quante volte abbiamo deciso di sbirciare solo per un attimo i nostri profili social e invece ci siamo trovati a passarci decine di minuti? Non ci possiamo stupire, né tanto meno dare la colpa solo alla nostra scarsa forza di volontà.

Gli smartphone e in generale tutti i social network sono progettati apposta per fare in modo di attirare la nostra attenzione in maniera irresistibile e creare dipendenza. La nostra è una lotta ad armi impari, contro letteralmente un esercito di dipendenti delle grandi multinazionali, impegnato e pagato per fare in modo che algoritmi sempre più complessi ci trascinino in una spirale immersiva da cui sia difficile uscire. E che la nostra attenzione sia sempre più calamitata da post, foto, chat e, ovviamente pubblicità.

Senza contare che ogni volta che il telefono emette un bip, la nostra ansia cresce. “Colpa”, se così si può dire, della biologia. È la nostra ghiandola surrenale che associa, in maniera inconsapevole ma ancestrale, il segnale improvviso delle notifiche o della suoneria, ad uno stato di allarme, producendo adrenalina e cortisolo, gli ormoni tipici degli stati di stress.

Vivere accanto ad un dispositivo che emette ogni giorno decine di questi segnali, non è proprio un toccasana per la nostra salute.

Allora, che fare? Attendere che i colossi del digitale agiscano è un’utopia, almeno per ora. Silenziare il telefono può essere una soluzione, per lo meno agli stati di ansia. Meglio ancora sarebbe non averlo costantemente sotto mano, soprattutto durante le ore lavorative o di studio.

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