Type-C e batteria rimovibile: come cambieranno gli smartphone in due anni

Type-C e batteria rimovibile: come cambieranno gli smartphone in due anni

Due grandi novità stanno per rivoluzionare il mercato degli smartphone. Con l’obiettivo di ridurre il più possibile gli sprechi e soprattutto l’impatto ambientale dei rifiuti elettronici, l’Unione Europea si sta muovendo con decisione uniformando prima lo standard del cavo di ricarica e reintroducendo poi le batterie rimovibili degli smartphone.

 

Il primo step è stato già compiuto dalla UE nel 2021, con l’annunciata intenzione di obbligare i produttori di smartphone, computer, fotocamere ecc. ad utilizzare un caricatore universale. Si tratta per ora di una proposta di legge che deve essere approvata dal Parlamento Europeo prima di diventare definitiva, ma ci sono ottime probabilità che il nuovo standard universale dei cavetti per ricaricare i cellulari sia per tutti la porta USB-C, chiamato anche Type-C, già utilizzato dai più recenti modelli Android.

Apple si troverà quindi costretta a mettersi in regola entro due anni e abbandonare il cavo Lightning. Probabile che l’azienda di Cupertino decida però di aggirare questa norma utilizzando, per i suoi prodotti, esclusivamente la ricarica wireless.

Ma quali vantaggi porterà al consumatore finale? Attualmente si calcola che siano oltre 12 milioni di tonnellate la spazzatura elettronica nel nostro pianeta e avere un unico sistema di caricabatterie permetterebbe di ridurre notevolmente il numero di cavi, cavetti, ecc. che tutti noi abbiamo nelle nostre case e non sappiamo come smaltire. I caricabatterie, quindi, potrebbero essere riutilizzati anche nel caso si sostituisca il proprio dispositivo, con un risparmio anche in termini economici. Risparmio che potrebbe essere a vantaggio anche dei produttori che potrebbero evitare di venderli insieme agli smartphone.

Tuttavia i pareri sono discordanti. Si teme, infatti, che alcuni produttori possano rifarsi aumentando i prezzi al dettaglio, pesando proprio sulle tasche dei consumatori.

La seconda novità programmata dalla UE è più recente e porterà probabilmente ad una rivoluzione sostanziale nel mondo degli smartphone. L’obiettivo è sempre quello green di diminuire il più possibile la spazzatura elettronica, ma il cambiamento sarà epocale. Stavolta il dito sarà puntato contro le batterie che dovranno essere più sostenibili e più facili da smaltire. Si tratterà proprio di un ritorno alle origini, cioè alla vecchia generazione di telefonini con gli sportelletti delle cover che permettono all’utente finale di sostituire la batteria del proprio device. Anche in questo caso il testo è stato già approvato in commissione al Parlamento e sarà presto calendarizzato per la discussione e l’eventuale voto finale in assemblea, ma con molta probabilità la data da segnare in agenda sarà il 2024.

Sicuramente un bel risparmio sia in termini di durata del dispositivo che può essere facilmente e velocemente rimesso a nuovo, sia in termini economici dato che la sostituzione della batteria sarà molto meno dispendiosa dell’acquisto di un nuovo smartphone. Le batterie dovranno obbligatoriamente essere reperibili per almeno 10 anni dalla data di uscita del prodotto per favorire il diritto alla riparazione.

Anche in questo caso però ci sono voci contrarie: questa rivoluzione potrebbe frenare in qualche modo l’innovazione estetica di alcuni modelli, come ad esempio quelli pieghevoli, che difficilmente riusciranno ad adattarsi al nuovo standard.

 

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